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Mentre il docente si preparava per iniziare la lezione, una studentessa lancia un urlo. La reazione immediata dei presenti è stata quella di ridere, per alcuni e di guardarla in modo infastidito, per altri. Inevitabilmente, essendo seduta accanto a lei, mi sono voltata guardandola perplessa. Accortasi di ciò, mi rassicuradicendo: -...Era liberatorio...ogni tanto devo farlo- .
Per tutti era finita li, ma io ho iniziato a fantasticare... infondo non aveva tutti i torti:
Quando ci si trova in montagna, di fronte ad una distesa di verde e nient'altro, o su un'altura ad ammirare l'orizzonte lontano e le case minuscole, non freme da dentro il desiderio di lanciare un grido?...anche senza una motivazione particolare. Oppure almeno una volta, in un momento di nervosismo, si è detto: -vorrei trovarmi su un' isola deserta per urlare!- O ancora, in una circostanza particolarmente felice è frequente sentire: -Vorrei urlare di gioia- , ma non lo si fa mai...
Probabilmente ci sono degli stati d'animo, delle sensazioni, dei pensieri o delle considerazioni che non sempre è facile esprimere, perché non si trovano le giuste parole, gli giusti strumenti per comunicarle e tal volta perché, forse, per le solite convenzioni sociali, è meglio non renderle pubbliche...
A lungo andare però, credo che queste emozioni e idee represse avranno delle conseguenze sulla salute psico-fisica degli individui! Bisognerebbe ogni tanto dar spazio all'istintività e urlare, urlare, urlare... fino a quando ci sente più leggeri, più liberi. Provate ad impedire ad un cane di abbaiare quando vede un gatto o se qualcuno invade il suo territorio. Non è semplice, e se ci si riesce, il nostro animaletto, inizia ad andare avanti e dietro come un matto o a fare strani versi, perché in qualche modo deve sfogare quel suo istinto.
Alchè in me è iniziata a prendere forma l'idea, il progetto di una camera insonorizzata da collocare in alcuni punti delle città, ad esempio lungo strade caotiche, nelle strutture pubbliche, nei luoghi di lavoro. Proprio come le vecchie cabine telefoniche, quelle in cui superman si cambiava d'abito, per intenderci. Ciascuno potrebbe entrare per dar sfogo a questo bisogno represso che, nel bene e nel male, aiuta a distendere i nervi e a scaricare la tensione, così da poter riprendere le proprie attività un pò più liberi da quell'insopportabile magone.
Forse aiuterebbe a ridurre il numero dello stress, delle liti, spesso usate come valvola di sfogo e causate dal sovraccarico di tensione, e ancora più utopisticamente della violenza.
-E' impossibile- ho pensato -che questa mia proposta possa essere approvata da qualche folle-.
Ed è proprio quando stavo per abbandonare la mia fantasia e tornare in aula, che si è accesa la lampadina... E già...non è detta l'ultima!
Non ho mai avuto un blog, a dir la verità non mi sono mai piaciuti, ma adesso praticamente devo farlo! Ammetto che la cosa mi sta incuriosendo molto. Erano giorni che pensavo ad un tema da poter affrontare, che riguardasse la comunicazione, che fosse interessante e che soprattutto incuriosisse e coinvolgesse me.
Ecco allora che oggi nasce lo ShOuT. Certo non è come la camera che avevo immaginato, e no... è qualcosa di meglio: si può non solo urlare, tirar fuori tutto quello che si ha dentro, ma comunicarlo, condividerlo con chi prova emozioni simili a le nostre o del tutto differenti (attraverso parole, immagine, musica, arte) così che non rimanga anonimo e gli venga riconosciuto il giusto valore.
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